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XXVII domenica p.a. B

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10, 2-9)

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Parola del Signore.

 

La Parola: risposta interrogativi grossi seri, risposta ai perché fondamentali: Perché l’uomo e la donna reciprocamente sempre si cercano, perché il matrimonio…?  Come vivere i momenti di crisi nell’amore?

La Parola ci dice che Dio vuole un bene infinito all’uomo. Il racconto ha appena finito di dire che, dopo averlo plasmato da polvere del suolo, Dio ha per lui creato un giardino da favola, alberi e acque a non finire. Non bastava. Sospende il suo lavoro per chiedersi se, adesso, questa sia la creatura che aveva in mente. No, manca qualcosa di essenziale. E Dio cosa fa? Porta ogni sorta di animali all'uomo, sarà l'uomo a dare loro un nome: dare un nome è creare un rapporto: "Tu per me hai un nome". Anche gli animali non bastavano. E’ bello che Dio desideri che si colmi anche quel vuoto che senti nel cuore, quando non c'è qualcuno con cui condividere sentimenti e passioni. Che bello questo Dio che, forse, non bastava nemmeno lui a se stesso (è Trinità).

E Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo». Nella Bibbia è questo il primo male che appare, la solitudine. È male che l'uomo sia solo. Perché non c'è nessuno che basti a se stesso, nessuno. Nessuno che possa essere felice da solo. E ciò significa che noi siamo fatti per amare. Fatti a immagine di Dio che è amore. Uomo e donna sono fatti per amarsi e in quest'amore sentiamo Dio. Non è bene che l'uomo sia solo. Dalla tristezza del primo uomo, dalla solitudine impaziente di Adamo fino ad oggi, uomo e donna si chiamano, si cercano da una solitudine all'altra. Dio sogna un “essere in relazione con un altro essere”.

Ecco allora il sonno profondo (il creare di Dio è mistero). In linguaggio molto primitivo, Dio toglie una costola per dire che è della stessa sostanza e con pari dignità e uguaglianza. “La si chiamerà donna isha perché dall’uomo ihs è stata tratta”.  Poi ecco il matrimonio: Dio la conduce all’uomo. Come il papà conduce la sposa allo sposo. E il canto d’amore: Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa.   Ed ecco la legge nuziale: Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.

Dio moltiplica attorno all'uomo gli oggetti d'amore. Non rivendica l'esclusività per sé. L'umiltà di Dio! E infatti dice: «Amerai Dio con tutto il cuore». Non dice: «Amerai Dio solamente». Amerai Dio con tutto il cuore e, allo stesso modo, amerai con tutto il cuore il tuo amico, il tuo uomo o la tua donna, tuo figlio, tua madre, ma non solo loro.   Amerai Dio, amerai il prossimo, amerai anche te stesso. Non dobbiamo smarrire la polifonia del cuore, la polifonia dell'esistenza.  Il Vangelo è molto concreto: come vivere il matrimonio? Come superare le crisi?

Anche se c’è questa attrazione e legge costitutiva iscritta nella nostra vita, a volte l’amore può conoscere la crisi, per vari motivi. E allora?  Il popolo d’Israele aveva tentato di regolamentare la diffusa pratica del divorzio, per tutelare la persona più debole, ossia la donna, permettendo il divorzio.  Da principio non fu così: maschio e femmina li creò e i due saranno una carne sola! Gesù: è questo progetto iniziale: un donarsi reciprocamente che non può essere abolito da una dispensa umana. Non si tratta di una legge, ma di un lieto annuncio: vivi quello che sei, è possibile vivere l’amore, Custodisci quell’amore che ha le caratteristiche dell’amore con cui Dio ci ama!

Dice Gesù: «Ciò che Dio ha unito l'uomo non separi».  Dio è amore, Dio unisce: questo è il suo nome. E il suo nemico si chiama il divisore, colui che divide, il diavolo. Vivere l’amore che è stato dato. Dove c'è rispetto del mistero che abita l'altro, dove c'è una fiducia che va oltre la fragilità dell'altro, dove non c'è superiorità o dominio, dove c'è desiderio che l'altro possa fiorire in tutte le sue possibilità, dove si spera contro ogni speranza. Amare è vivere la casa. “Non fate un appartamento, fate una casa" (Turoldo).  Appartamento dice appartarsi, chiudersi in un'isola felice; la casa dice accoglienza, dice calore dell'ospitalità, dice gioia di sollevare una stanchezza, di rimettere in movimento una speranza. Invito a guardare all’Amore che ha donato l’amore: "Guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti" (Sl 33, 6). Perché non vi succeda di non sapere più chi siete e dove siete. Nella navigazione della vita guardate a Lui. E sarete raggianti.

Lui era un omone robusto, dalla voce tonante e i modi bruschi.  Lei era una donna dolce e delicata. Si erano sposati.
Lui non le faceva mancare nulla, lei accudiva la casa ed educava i figli. I figli crebbero, si sposarono, se ne andarono.
Una storia come tante... 
Ma, quando tutti i figli furono sistemati, la donna perse il sorriso, divenne sempre più esile e diafana. Non riusciva più a mangiare e in breve non si alzò più dal letto.  Preoccupato, il marito la fece ricoverare in ospedale. Vennero al suo capezzale medici e poi specialisti famosi.  Nessuno riusciva a scoprire il genere di malattia. Scuotevano la testa e dicevano: «Ma...?».
L’ultimo specialista prese da parte l’omone e gli disse: «Direi... semplicemente... che sua moglie non ha più voglia di vivere».
Senza dire una parola, l’omone si sedette accanto al letto della moglie e le prese la mano.  Una manina sottile che scomparve nella manona dell’uomo. Poi, con la sua voce tonante, disse deciso: «Tu non morirai!». «Perché?», chiese lei, in un soffio lieve.
«Perché io ho bisogno di te!». «E perché non me l’hai detto prima?». Da quel momento la donna cominciò a migliorare. E oggi sta benissimo. Mentre medici e specialisti continuano a chiedersi che razza di malattia avesse e quale straordinaria medicina l’avesse fatta guarire così in fretta.

Per custodire il dono dell’amore risveglia il bambino che è in te. Tu sei necessario per la vita dell’altro.

 

 


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