La primavera.
La primavera. Fa sbocciare la vita dove sembrava regnare la morte; fa tornare la luce dove sembrava dominare il buio; fa verdeggiare le piante, dove i loro rami sembravano stecchiti.
Contempliamo i primi germogli del roseto e l'albero del prunus che già si intenerisce di minuscole, quasi invisibili, gemme di fiori bianchi, forse più evocati dal cuore che non intravisti dagli occhi: si può cogliere, in questo silenzioso miracolo della natura, un presagio della Pasqua vicina.
A ogni fine di inverno l'albero germoglia di nuovo, facendo sbiadire le immagini gelide, il ramo rifiorisce, l'uccello fa il suo nido senza più pensare all'autunno e all’inverno. Perché la vita rinasce, la vita è rinascita.
E nel cuore della primavera c’è Pasqua.
È la Pasqua di Gesù, che ci regala la possibilità di sperare l’impossibile: a vincere non sarà la morte, ma l’amore e la vita.
Speranza straordinaria che ridà il colore e il calore ai giorni, come la primavera, che trasfigura il quotidiano, che accarezza, abbraccia e regala occhi e forze nuove.
Speranza straordinaria, quella di Pasqua, perché ci regala la certezza di non essere mai soli nel cammino della vita: il Crocefisso Risorto ci tiene saldamente e sempre per mano.
Fiorisce una vita nuova
Perché far festa? Perché Cristo è risorto per noi. È bellissimo ripercorrere nei vangeli il Risorto che sbuca da tutte le parti. Vicino a chi piange e ti chiama per nome. Vicino a chi cammina e prende il tuo passo. Vicino a chi dubita e conforta la tua fede. Vicino a chi cerca e dà significato all’ultima attesa del cuore. Vicino a chi ha paura e dice: non abbiate paura. Vicino a chi è stanco e prepara pesce arrostito sulle sabbie estasiate del litorale.
È risorto e dunque è ancora più “dentro”, dentro la storia dell’umanità, fino ad essere nella storia di ciascuno di noi.
La voce era vicinissima, come di chi ti parla dalla porta accanto. Una ragazza dall'altra parte del filo mi raccontava felice che aspettava un bambino; e la gioia di dirmelo subito, quasi l'addolorasse il pensiero che venissi a saperlo da altri. La telefonata tenerissima di Chiara: l'attesa di un bambino.
Fu come l'aprirsi degli occhi: incrocio volti di donne amiche in attesa di un bambino.
E vedo i loro occhi abitati sempre più dallo stupore e il loro corpo gonfiarsi dolcemente. Fiorisce l’incanto davanti a quel raccontare segreto. La dolcezza di un grembo come zolla di terra, in trepida attesa, una attesa di germogliare! Umana primavera.
Pasqua. Giorni di tenerezza e di audaci speranze
Giorni di tenerezza, quelli di Pasqua, giorni di audaci speranze, giorni in cui si è chiamati al coraggio di guardare dentro la trasparenza delle lacrime di tutti, dei nuovi crocefissi, giorni in cui lasciarsi contagiare dai testimoni della resurrezione, da chi vivendo abbracciato alla speranza, la sa seminare e far fiorire… Testimoni della fede, nonostante la persecuzione, fedeltà che sanguina dopo una amore fallito, quotidianità di servizio umile e perseverante dentro la casa della sofferenza del congiunto malato, la grazia del sorriso che illumina il volto di una persona anziana…
Ci vuole un Giardiniere che ama per far sbocciare una rosa.
Le creature tutte del mondo sono fiori chiusi. Alcuni sbocceranno; altri, moltissimi altri, nati chiusi, vivranno e moriranno chiusi, ma sarebbero potuti sbocciare se le circostanze della loro vita e gli uomini intorno a loro fossero stati solo un poco diversi.
C’è un solo modo per togliere l’odore della morte da questa nostra terra ed è quello di uscire dai calcoli nei nostri amori e di lasciarci condurre invece dall’eccesso.
Lo stesso eccesso, la stessa dismisura dell’amore di Dio per ognuno di noi, la stessa dismisura della promessa pasquale che ci regala questa certezza: potranno strappare tutti i fiori, ma non potranno impedire che la primavera ritorni.
La Grazia della Pasqua: far rifiorire l’umano, far rifiorire la speranza, far rifiorire la bellezza.
Buona Pasqua di risurrezione!
don Guido