1 gennaio 2019
Dal Vangelo secondo Luca Lc 2, 16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.
E’ bello udire, in questo inizio d'anno, la parola santa. E’ un piccolo tesoro di consolazione e di forza. Dio comanda ad Aronne, ai suoi figli e ai sacerdoti di sempre, a ogni credente: «Voi benedite!». Vogliamo tenere per noi questo comando come una piccola luce sempre accesa: tu benedirai. Il comando del Signore è quello di benedire, cioè di trovare e dire parole buone, scoprire e dire il bene della vita, il bene dell'uomo, il bene dei giorni. Anche se altre parole nascono dentro di noi, l’invito è di benedire. Quanto sarebbe bello se potessimo benedirci in famiglia, per quanto sia difficile, in comunità, benedirci con le parole, con i pensieri, dire all'altro che mi è vicino: «Io ti benedico, tu sei benedizione di Dio per me».
Dio stesso ci suggerisce le parole che sono parole bellissime: «Ti benedica il Signore e ti protegga, faccia risplendere per te il suo volto e ti conceda la pace.». Augurare un Dio che ha un volto luminoso, significa affermare che Dio ha un cuore di luce, che in lui non c'è ombra, che per nessuno ci sarà la notte per sempre. E allora è bello augurarci di scoprire in quest'anno un Dio luminoso, un Dio solare, ricco non di poteri, ma vero tabernacolo è la luminosità di un volto; un Dio che fa festa per il figlio pentito (Lc 15, 6.9.23-24), il Dio dalle grandi braccia e dal volto sorridente.
Nel salmo responsoriale abbiamo pregato: «Il Signore abbia pietà e ci benedica». La benedizione di Dio è la luce, quella luce interiore, spirituale, la luce per scegliere, la luce da gustare, luce che dà senso alla vita e dona conforto perché è una calda luce che dice presenza. E’ Dio stesso che spera oggi che ciascuno scopra il suo volto luminoso. E poi augura a noi di diventare persone luminose, seguendo bontà e bellezza, di vivere accanto a persone luminose, nella nostra famiglia, nelle comunità, nei luoghi di lavoro. E’ davvero una fortuna vivere accanto a persone luminose, che sono la benedizione di un Dio luminoso. Dio ti benedice ponendoti accanto persone dal volto e dal cuore surridenti, che sanno vivere bontà e bellezza.
La benedizione continua così: «Il Signore ti custodisca». È il chinarsi di Dio, l'avvicinarsi del Signore, il suo curvarsi amoroso su di te. «Rivolga a te il suo volto». Che cosa ci riserverà l'anno che viene? Non lo sappiamo. Non conosciamo le sorprese, belle o tristi, che incontreremo. Di una cosa siamo certi: il Signore si chinerà su di me. Potrò andare lontano, prevedere fatiche nuove, ma potrò affrontare tutto ciò che verrà perché Dio si curverà su di me. Curvo su di me perché non gli sfugga un solo sospiro, perché non vada perduto alcun tremore.
«Il Signore ti conceda pace». Così termina la benedizione di Aronne. Pace è innanzitutto il contrario della paura. Pace è il bambino in braccio a sua madre.
Il modo per avere pace, per abitare il mondo con pace, ci è indicato dal Vangelo, nell’atteggiamento di Maria «Maria conservava e meditava nel cuore» (Lc 2,19) tutto ciò che era accaduto. Conservare è qualcosa che tutti possiamo fare. Conservare è il verbo che salva il passato, che salva la gratitudine, il gesto e la parola buona che ieri abbiamo ricevuto. Meditare salva il presente e dà profondità al domani.
Oggi la festa della Mamma di Gesù. Prepariamoci anche noi ad accogliere l'anno nuovo, il futuro di Dio, e a conservare ciò che abbiamo vissuto. Conserviamo e meditiamo tutte le ragioni della speranza in un Dio che si chinerà su di noi giorno dopo giorno, dicendo per il passato: "Grazie" e per il futuro: "Sì, Signore!". E poi benediciamoci l'un l'altro e insieme benediciamo Dio.
I pastori, «tornano lodando e glorificando». Anche noi tporniamo dalla celebrazione del Natale conservando ciò che vale, meditando su ciò che conta, con la capacità degli abitanti di Betlemme e dei pastori di stupirci della fede, e con il dono di riuscire a stupire qualcuno raccontando del cielo che si è fatto vicino, raccontando il volto di Dio, imparando a benedire.
Oggi ricomincia il grande ciclo dell'anno. Noi oggi ricominciamo da capo la nostra avventura, con fiducia di essere benedetti. Con l’impegno di benedire e di conservare la parole buone che il Signore ci dice. Conservare nel cuore le cose buone che ogni giorno, nonostante tutto viviamo. Buon anno, allora, a ciascuno, ma buono della bontà di Dio, bello della sua luce. Accompagnati da Maria, madre di Dio, la benedetta tra le donne, ci sentiremo benedetti e saremo benedizione per i nostri vicini. «Dio ti benedica e ti custodisca, faccia risplendere per di te il suo volto, si curvi su di te e ti conceda pace.»
Il tempo è senza fine nelle tue mani,
mio Signore.
Non c'è nessuno che conti le tue ore.
passano i giorni e le notti,
le stagioni sbocciano e appassiscono
come fiori. Tu sai attendere.
I tuoi secoli si susseguono
per perfezionare
un piccolo fiore di campo.
Noi non abbiamo tempo da perdere,
e non avendo tempo dobbiamo affannarci
per non perdere le nostre occasioni.
Siamo troppo poveri per arrivare in ritardo.
E così il tempo passa, mentre io lo dono
a ogni uomo querulo che lo richiede,
e il tuo altare è del tutto vuoto.
Alla fine del giorno m'affretto
per paura che la tua porta sia chiusa;
e invece c'è ancora tempo. (Tagore)
don Guido