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V DOMENICA p.a. A

 

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

 

C’è profumo della ferialità familiare, nel vangelo: un pizzico di sale dentro la minestra e una lanterna sopra la credenza a far luce sulla casa. Lui, Gesù nella sperduta borgata della Galilea, sembra divertirsi a leggere dentro le cose quotidiane i segreti dell'esistenza stessa. Stupisce Gesù per quell'innata capacità di saper scrutare il regno di Lassù dentro la confusa povertà della vita di quaggiù. E’ la pedagogia della sorpresa che non ti parla di Dio, ma da come ti parla delle realtà comuni avrai la percezione di dimorare ed essere scaldato dal fuoco dell'amore di Dio

Il sale. Per nascere, il sale marino attende il bacio ardente del sole e la carezza leggera del vento. Non ama il buio della notte. Sole e vento! Il sale si forma, matura, nasce in splendidi cristalli. Sale per dare sapore, sale per conservare, impedire la putredine.

Su una remota montagna abitava una bambola di sale. Da un vecchio che percorreva gli antichi sentieri sentì parlare del mare. Non sapeva che cosa fosse, e pensò di andarlo a cercare. Si mise in viaggio: dopo alcune settimane giunse di fronte al mare, rimase a lungo muta. Non riusciva a capire. Allora chiese al mare: "Chi sei?". "Sono io", rispose il mare. "Non capisco", disse la bambola di sale, "come posso conoscerti?". "E' semplice", disse il mare, "toccami". La bambola si avvicinò e mise lentamente un piede nell'acqua: avvertì una strana sensazione, ma non era dolorosa, come un inizio di comprensione. Quando ritirò il piede, vide che le sue dita non c'erano più.   Se ne lamentò con il mare, che disse: "Non essere triste. Hai offerto qualcosa di te per capire".  La bambola contemplò ancora quella grande distesa mobile, quindi si immerse nell'acqua, sciogliendosi lentamente. Perdendo se stessa, sentiva che la sua comprensione aumentava. Chiese un'ultima volta al mare: "Chi sei?". Il mare Parlò con la voce della bambola o la bambola con la voce del mare? Scomparendo dentro un'ultima onda, un'unica voce disse: "Io sono".

Il sale è fatto per donarsi, offrirsi. Perdersi per ritrovarsi. E’ la storia di Gesù, vita donata perennemente, parola che da sapore, senso, orientamento, preziosità al quotidiano. E’ la storia dell’Eucaristia corpo di Gesù che fisicamente diventa noi e nello stesso tempo siamo noi che diventiamo Lui. 

Dio è luce: una delle più belle definizioni di Dio (1Gv 1,5). Ma il Vangelo oggi dice anche voi siete luce. Una delle più belle definizioni dell'uomo. E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma voi siete già luce. La luce non è un dovere. La Parola mi assicura, mi da l’emozione che noi tutti, con Dio in cuore, siamo luce/da luce, proprio come proclamiamo di Gesù nella professione di fede: Dio da Dio, luce da luce. La luce. E’ sufficiente una timida fiammella per rompere l’oscurità. Luce per vedere i colori, le forme, luce per dare sicurezza. Luce che dice vita. Luce che si vede… Non può rimanere nascosta.

Sale e luce è la storia e la missione di noi, con la nostra fragilità: possiamo ora dar sapore alla storia dell’uomo e illuminare il cammino; vivendo e mostrando (non dimostrando) vivere e godere la vita è nella gratuità, nella misericordia, nella disponibilità al dono di sé. Il popolo di Gesù o è un popolo saporito, sapiente, gustoso. Quando la gente che ama e conosce Gesù è portatrice di sale, di sapore, di grinta, fascino, sapienza, gusto, sicuramente risplende in mezzo ai popoli e alle nazioni creando nostalgia divina e attrazione invincibile e contagiosa, e con ogni probabilità attirerà a sé. Come la mamma che, senza nessuna laurea in arte culinaria, sa dosare la giusta misura di sale per fare in modo che la pietanza sia appetitosa. Con quella sapienza che le viene dall'esperienza: quando è scappato troppo sale, diventa impossibile tirarlo via dal cibo. Quando invece manca, lo si può sempre aggiungere.    Voi siete la luce, non io o tu, ma voi. Quando un io e un tu s'incontrano generando un noi, quando due sulla terra si amano, nel noi della famiglia dove ci si vuol bene, nella comunità accogliente, nel gruppo solidale… è conservato il sale del vivere. Come mettere la lampada sul candelabro? Isaia suggerisce: Spezza il tuo pane, introduci in casa lo straniero, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi dalla tua gente... Allora la tua luce sorgerà come l'aurora (Is 58,10). Tutto un incalzare di azioni: non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirà la tua vita. Sale e luce che portano gioia di vivere, buon gusto, grazia, creatività, bellezza, fascino, giustizia, vero bene.

Dopo la morte, un uomo si presentò davanti al Signore. Con molta fierezza gli mostrò le mani: “Signore, guarda come sono pulite le mie mani!” Il Signore gli sorrise, ma con un velo di tristezza e disse: “E’ vero, ma sono anche vuote”.

Voi siete il sale della terra, la luce del mondo.

don Guido

 

 

 

 


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